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Terradice

  |  Dicono di noi   |  Il giardiniere 018 Settembre – Ottobre 2019

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Il giardiniere 018 Settembre – Ottobre 2019

I fulcri, ideati da Terradice per trovare una soluzione a un problema inaspettato, rappresentano un innovativo progetto di recupero delle alberature secolari. Abbiamo chiesto i dettagli al responsabile tecnico Mauro Guidolin.

Di Nora Adamsberg

 

IL NUOVO CHE AVANZA

Il viale di Cart a Feltre, in provincia di Belluno, costellato di un lungo susseguirsi di carpini monumentali, simbolo di bellezza: una vera “galleria” verde sotto la quale sono passati nobili, lavoratori, contadini, letterati, eserciti di tutte le frazioni nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, partigiani e staffette e ora, in tempo di pace, residenti, turisti e viaggiatori entusiasti. Alberi che sono testimoni “parlanti” anche di quanto il clima stia cambiando: sono lì da due secoli e mezzo, sopportando tutte le intemperie, ma non avevano mai affrontato una tempesta come quella di Novembre 2018 che ha abbattuto tre esemplari sollevando la zolla radicale. Proprio nel tratto più significativo, nei pressi e nella proprietà di Villa San Liberale. Fortunatamente i proprietari della Villa, hanno repentinamente interpellato Terradice – Atelier del paesaggio, società specializzata in architettura del paesaggio, consulenze agronomico-forestali e ambientali, realizzazioni paesaggistiche, e manutenzioni specialistiche del verde. Primo obiettivo: capire se e cosa era possibile fare.

Nel dettaglio il reportage di quanto avvenuto (compreso il lieto fine).

RECUPERO MIRATO

La volontà di ripristinare il valore ecologico, simbolico, storico e paesaggistico del complesso, poneva Terradice davanti a una tematica estremamente delicata, per cui era necessario sviluppare degli interventi che tenessero conto, in modo mirato e accurato, del valore dei singoli esemplari, parte distintiva e strutturante di un elemento monumentale identitario.

E’ stato quindi elaborato un programma di recupero mirato che prevedeva, per le piante schiantate, la ricollocazione in sede e l’applicazione di tecniche innovative di tutoraggio che consentissero di mantenerle in posizione corretta, senza compromettere lo stato vegetativo e anzi, permettendo loro di vegetare nuovamente. La società ha creato così una nuova soluzione, il sistema di tutoraggio chiamato i Fulcri: costituito da strutture portanti curve in acciaio Cor -ten a tripla curvatura, studiata per garantire solidità ed elasticità e permettere quindi all’albero il naturale movimento. La particolare forma delle strutture, nonché il loro dimensionamento, è dovuto anche al fatto che non si può rischiare di danneggiare le radici in prossimità della pianta, già delicata per la sua vetustà, per mettere in opera i plinti di fondazione. Terradice, anche a lavori eseguiti, continua a seguire l’evoluzione del progetto, per apportare continue migliorie e assicurare la perfetta ripresa delle alberature, che comunque dovranno sempre essere aiutate dai Fulcri: alberature di queste dimensioni ed età, infatti, presentano oggettive difficoltà di riancoraggio radicale rapido e un sistema di tutoraggio come questo sarà di fondamentale importanza per garantire la sicurezza futura. Per Terradice si tratta di un altro momento di evoluzione e di superamento delle soluzioni offerte nell’ambito della progettazione.

 

SOTTO LA LENTE: NUMERI E DIMENSIONI

Ciascun elemento è costituito da 16 moduli a sezione quadrata cava, di dimensione 100mm x 100 mm, spessore 4 mm e di lunghezza variabile per l’adattamento alle diverse inclinazioni. L’intera struttura si presenta guardandola dal piede verso la parte più in alto formata da due bracci speculari composti ognuno da 8 moduli saldati tra loro. I due bracci sono saldati insieme per tutta la lunghezza dei primi moduli partendo dalla base, i secondi moduli sono uniti a metà da staffa in acciaio. I moduli sono stati saldati in modo tale che rispetto all’asse del precedente svoltino su assi differenti conferendo alla struttura le curvature necessarie. I fulcri hanno un’altezza di 360 cm dal piede alla parte più alta e si sviluppano dal piede alla parte distale con uno sbalzo di 320 cm e un’apertura totale al castello di 215 cm. La base dei Fulcri è composta da una piastra di 75 cm x 75 cm, spessore 12 mm con quattro fori per il fissaggio sul plintino, dai lati del plintino partono 8 latrine di acciaio inclinate a 45° verso i bracci per rinforzare la piastra ed evitare lo strappo dei bracci anche se sottoposti sforzi laterali. Il plintino di ancoraggio è composto da 1 mc di cemento armato ngk 300, dal quale fuoriescono le barre filettate D30 mm (dove viene imbullonata la piastra) saldate sulle staffe dell’armatura. Per il montaggio sono necessari circa tre giorni compresi i tempi tecnici per l’indurimento del cemento.

 

 

LA PAROLA DI MAURO GUIDOLIN responsabile tecnico di Terradice Atelier del paesaggio

I Fulcri, oltre a essere impiegati da Terradice, sono /saranno anche commercializzati per essere utilizzati da altri professionisti e altre imprese?

I Fulcri devono essere dimensionati e prodotti basandosi sull’altezza e il peso delle piante da sostenere, possono essere anche commissionati da altre imprese e professionisti che ne facciano richiesta, l’installazione è però molto importante e preferiamo eseguirla noi direttamente.

Come è nata l’idea?

L’IDEA DEI Fulcri è nata perché era necessario trovare una soluzione sicura per recuperare (restaurare) i carpini schiantati, attraverso la loro rimessa in sede. La forma del Fulcro è data in parte dalla necessità assolvere ad alcune problematiche tecniche:

presenza della strada: gli alberi non potevano essere ancorati con tiranti sui quattro lati perché da un lato c’è la strada;

apparato radicale: non si poteva e quindi il plintino di fondazione doveva essere distante dal fusto e in un unico punto. Il tutore doveva quindi sbalzare molto per arrivare a superare il castello dell’albero con la parte distale rispetto al piede fissato a terra;

necessità biomeccaniche e di recupero: per fare un confronto forse poco scientifico, ma sicuramente molto chiaro, il tutore è progettato per comportarsi, nei confronti della pianta, più come una stampella che come un gesso. Con il gesso i muscoli delle gambe si atrofizzano perché non ricevono sollecitazioni e, una volta rimosso, le gambe non risultano in condizioni di sostenere il corpo. Con la stampella si dà un aiuto alla persona nel sostenersi mantenendo in parte la tonicità dei muscoli e la capacità motoria. La tripla curvatura, infatti, consente al tutore di flettere per assorbire le raffiche di vento e permettere alla pianta di muoversi quel tanto che basta per attuare quei processi atti alla formazione delle strutture biomeccaniche radicali e del fusto che potrebbero un giorno renderla autonoma (nel caso dei carpini di Cart forse quel giorno non arriverà mai per la vicinanza della strada e per la vetustà).

In parte, invece, la forma è dovuta a necessità estetiche: il Fulcro non deve essere una presenza percettivamente invasiva, deve lasciare l’albero protagonista; la forma organica riprende le movenze delle specie arboreem il che si adatta molto bene anche e soprattutto ai contesti di particolare pregio paesaggistico e ambientale come il Cart. Il risultato dal vivo del Fulcro installo dà la sensazione che sia la terra stessa a voler sostenere i suoi figli prediletti, allungato dal profondo un braccio forte il giusto.

 

Perché avete deciso di realizzarli in acciaio Cor-ten?

La scelta del materiale doveva soddisfare una serie di condizioni e prestazioni ti tipo meccanico, estetico ed avere una durata nel tempo. Per sostenere esemplari di quelle dimensioni, era necessario realizzare una struttura dalle elevate prestazioni in termini di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute al naturale movimento della pianta e dalle forze esterne agenti su di essa, per esempio una tempesta a grande intensità come quella già subita dai Carpini del viale di Cart. La validità dell’acciaio Cor-ten che prende il nome dalle sue peculiari caratteristiche (COR-rosion resistance, alta resistenza alla corrosione TEN-sile strength, elevata resistenza meccanica) manifesta la sua efficacia anche in termini di resistenza agli agenti atmosferici con la creazione di una patina superficiale che protegge l’acciaio nel tempo e che acquisisce il tipico colore bruno, esteticamente gradevole allo sguardo. L’acciaio Cor-ten consente di creare strutture più leggere e snelle rispetto a quelle che si possono creare con il ferro, che per altro anche se zincato e verniciato (con conseguente consumo di materiale ed energia) non potrà mai garantire stessa durata. Inoltre, consente una lavorazione molto simile al ferro in fase di taglio dei moduli e saldatura, ed è bene ricordare che è interamente riciclabile.

 

 

Nell’installarli si riscontrano difficoltà operative?

Non ci sono grandi difficoltà operative nell’installazione, l’importante è calcolare bene la distanza del plintino, posizionare bene le modine di posizionamento affinché il fulcro possa centrare perfettamente il fusto o il castello della pianta in fase di montaggio e mettere bene in bolla la guida che tiene le barre filettate e gabbia per l’armatura del plintino. Nel caso specifico dei carpini di Cart la parte sicuramente più complessa è stata il sollevamento delle piante con due gru che hanno lavorato in simultanea e l’istallazione dei cavi e dei puntelli momentanei per sostenere gli alberi al fine di riuscire a scavare nel punto corretto per la fondazione (gli alberi erano caduti proprio sopra al punto di scavo.

 

 

 

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